L’identità della Fondazione
Istituita con atto notarile del dicembre 1991, la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola inizia la sua storia il 1° gennaio 1992, configurandosi come l’erede morale, e per certi versi anche materiale, dei Monti di Pietà, sorti tra il XV e XVII secolo nel territorio di Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia.
Le difficili condizioni in cui nel quattrocento si trovavano a vivere in questo territorio, come nel resto d’Italia, i ceti meno abbienti, ed il dilagare dell’usura portarono alla creazione di istituzioni che avevano come fine la protezione e l’aiuto economico ai privati cittadini onde evitare il proliferare di attività usuraie.
Il primo Monte di Pietà del territorio fu fondato a Mirandola nel 1495 dal padre Evangelista da Faenza minore osservante, su un capitale di 1200 lire costituito grazie ad elemosine.
Nel 1588, poiché il Concilio di Trento aveva espresso la necessità che i
Monti - come gli Ospedali - fossero direttamente dipendenti dal vescovo, fu avanzata
richiesta al Papa Sisto V per ottenere conferma dell’istituzione del Monte dall’autorità ecclesiastica. Le conferme arrivarono con la bolla di Papa Sisto V nello stesso anno (1588) e quelle successive di Clemente VIII, nel 1593 e 1597, che sancivano i nuovi capitoli dell’Ente.
Per volere e iniziativa della comunità finalese veniva istituito, nel 1556, il Monte di
Pietà di Finale Emilia.
Nel 1585 veniva fondato il Monte di Pietà di San Felice sul Panaro, trasformato poi in un pio istituto del Ducato di Modena.
Successivamente, e precisamente il 27 Settembre 1863, con Regio Decreto veniva approvata l’istituzione nel Comune di Mirandola (Provincia di Modena) di una Cassa di Risparmio, sotto il patrocinio e la garanzia del comune stesso.
La Cassa di Risparmio di Mirandola fu aperta al pubblico il 1° gennaio 1864.
La Cassa di Risparmio di Mirandola ebbe un intenso sviluppo negli anni venti, con
l’istituzione di una nuova filiale a San Felice sul Panaro (1925), e l’assorbimento della Cassa di Risparmio di Concordia e della Cassa di Risparmio di Finale Emilia (entrambe nel 1927).
Nel 1941 la Cassa incorporò il Monte di Credito su Pegno di Mirandola, per cui poté
esercitare direttamente il credito pignoratizio e potenziare, con l’acquisizione delle
proprietà immobiliari del “Monte”, il proprio patrimonio.
Nel 1949 la Cassa assorbì il Monte di Credito su Pegno di Finale Emilia.
Nel 1964 la Cassa di Risparmio di Mirandola celebrò il centenario della sua istituzione in un contesto macroeconomico molto difficile, caratterizzato da alta inflazione, in conseguenza di una crescita di prezzi e salari, forti consumi e scarsa propensione al risparmio. Le difficoltà vennero superate in quanto si passò
da un’economia fortemente basata sull’agricoltura ad un’economia industrializzata
con la creazione del settore biomedicale nel distretto di Mirandola.
10
Il 31 dicembre 1991 si estinse l’istituto di credito Cassa di Risparmio di Mirandola che, fino a quel momento aveva perseguito finalità di promozione dello sviluppo economico del territorio, nonché di beneficenza e pubblica utilità.
In applicazione della legge “Amato”, il 1° gennaio 1992 veniva costituita la Cassa di
Risparmio di Mirandola S.P.A. e contestualmente l’ente originario assunse la denominazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, detenendo il 100% delle azioni partecipative della società conferitaria.
Nel corso degli anni, in ottemperanza alla cosiddetta legge “Ciampi” n. 461/98 e d.lgs n. 159/99 la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola ha completamente dismesso, in diverse riprese, la totalità della partecipazione azionaria della banca.